Sabato 9 aprile alle 21:00 presso la Basilica di Santa Maria in Vado a Ferrara si svolgerà un concerto che vedrà impegnati il Coro da Camera dell’Accademia Corale Vittore Veneziani e i Cantori del Volto, uniti in una produzione di grande interesse.
Il concerto che vi proponiamo è un omaggio a Maurice Duruflé, grande compositore e organista francese, purtroppo poco conosciuto al pubblico italiano. Il Requiem, suo capolavoro, è un’opera delicata, raffinata eppure affascinante e capace di momenti di grande effetto.
Composto dall’autore stesso in tre versioni (coro, organo e orchestra, coro e organo, coro, quintetto d’archi e organo), si innesta nella tradizione del Requiem di Gabriel Fauré composto circa cinquant’anni prima: come in Fauré la morte non è motivo del tragico – si pensi ai più famosi Requiem di Mozart, Berlioz, Verdi – bensì un evento cristianamente sereno che culmina nel mistico “In Paradisum” finale e allo stesso tempo summa dell’idea di serenità e pace che Duruflé volle esprimere nel dipanarsi dell’intera opera.
Il Requiem, composto nel 1947 in memoria del padre, trova la sua originalità nell’aver preso a modello, interpretandola modernamente, l’antica melodia gregoriana.
Egli stesso scrive riguardo alla sua opera: “Questo Requiem è interamente modellato sul tema gregoriano della messa dei defunti. Il testo è rispettato integralmente e l’organo interviene solo per sostenerlo o commentarlo. Mi sono sforzato di conciliare, per quanto possibile, la ritmica gregoriana come è stata fissata dai benedettini di Solesmes interpretandola in modo moderno. La forma musicale di ciascuna delle parti del Requiem s’ispira alla forma proposta dalla liturgia. L’organo sottolinea alcuni accenti e vuole rappresentare semplicemente un momento di serenità, fede e speranza”.
La ripresa delle originali melodie gregoriane della messa dei defunti è codificata sulla partitura con continui cambi di tempo, in modo da adattare il codice di scrittura moderna alle fondamentali esigenze ritmiche (il ritmo dell’orazione) e di intelligibilità del testo, elementi fondamentali del canto gregoriano. Il dialogo e il contrappunto creato dall’organo spesso rispettano gli aspetti modali del gregoriano ai quali il compositore sovrappone soluzioni armoniche talvolta ardite e per nulla scontate, aspetto che rende questo capolavoro un’opera pienamente novecentesca.
Canto gregoriano, modalità, stile compositivo ricchissimo di contrappunto e armonie moderne, originalità, forza e bellezza estetica ed espressiva, offrono agli esecutori un’occasione per un’interpretazione musicale e una libertà ritmica sensibilissima, che si traduce con un flusso naturale e profondamente scorrevole del testo e della musica.
Per Maurice Duruflé il dualismo spirito-materia e Paradiso-Inferno si sviluppa in un dialettico, armonico contrasto per tutta l’opera sino alla completa trasfigurazione finale.
Aprirà il programma l’esecuzione dei Quattro Mottetti (Op. 10) che Duruflé compose per solo coro, utilizzando come base alcuni dei più famosi motivi gregoriani ancora oggi in uso nella liturgia. A incorniciarli, in apertura e conclusione, due brani dalla Suite Gothique per Grand’Organo (Op. 25) di Leon Boëllmann (1862-1897), che si presta perfettamente ad inquadrare la scrittura organistica francese dalla quale Duruflé trae le basi della sua arte compositiva organistica.
Questo il programma della serata:
Leon Boëllmann (1862-1897)
dalla Suite Gothique per Grand’Organo (Op. 25)
Introduction-Chorale
Maurice Duruflé (1902-1986)
Quattro Mottetti (Op. 10)
Ubi caritas
Tota pulchra
Tu es Petrus
Tantum ergo
Leon Boëllmann (1862-1897)
dalla Suite Gothique per Grand’Organo (Op. 25)
Prière a Notre Dame
Maurice Duruflé (1902-1986)
Requiem (Op. 9)